Gradus ad Parnassum: La dimensione della performance e la relazione maestro-allievo

Ci sono momenti nella vita di un musicista in cui la tecnica incontra l’anima, e l’atto di suonare si trasforma in una dichiarazione di vulnerabilità e autenticità, Gradus ad Parnassum, ispirato agli studi di Clementi, nasce proprio con l’intento di coltivare quell’abitudine preziosa: eseguire musica davanti a un pubblico non come semplice esercizio di esibizione, ma come rito di crescita, di scoperta di sé attraverso il suono.

La performance musicale non è una mera riproduzione di suoni sulla tastiera: è un processo di rivelazione interiore. Ogni esecuzione porta con sé un frammento di emozioni che si cristallizzano nello spazio e nel tempo. Per questo, è fondamentale che gli studenti vivano l’esperienza del concerto in un ambiente che li accolga, dove l’errore non sia un fallimento ma un gradino verso una maggiore consapevolezza artistica. L’abitudine a esprimersi senza paura in un contesto benevolo diventa un tesoro che li accompagnerà nei momenti più ardui, come audizioni e concorsi, permettendo loro di attingere a un ricordo di libertà e autenticità.

Il rapporto tra maestro e allievo è simile a una danza sottile tra disciplina e libertà. Il maestro guida, ma non impone; corregge, ma non soffoca; trasmette sapere, ma lascia spazio all’autodeterminazione. Il rigore è il fondamento su cui si costruisce la tecnica, l’attenzione al dettaglio, la capacità di plasmare il suono con precisione e coscienza musicale. Tuttavia, senza accoglienza, il rigore si tramuta in rigidità, in un ostacolo anziché in un trampolino di lancio.

La grande sfida di un insegnante è proprio quella di mantenere questo equilibrio instabile: essere un punto di riferimento senza diventare un vincolo, permettendo allo studente di camminare autonomamente sulle proprie gambe. La musica è disciplina, ma è anche intuizione e libertà creativa, ed è solo in questo dialogo tra struttura e espressione che il pianista può trovare la propria voce.

Come disse Pablo Casals, uno dei più grandi interpreti del Novecento:
“Music is the divine way to tell beautiful, poetic things to the heart.”

Ed è proprio in questo dialogo tra disciplina e ispirazione che il cuore della musica pulsa con maggiore forza: non come un insieme di note meticolosamente allineate, ma come un viaggio che trascende la materia e arriva dritto alla verità dell’animo umano.

Sabrina

Un pensiero riguardo “Gradus ad Parnassum: La dimensione della performance e la relazione maestro-allievo

  1. Ieri ho partecipato al concerto dei tuoi allievi . Un concerto coinvolgente: quattro ragazzi eccezionali.
    Fin dalla prima esecuzione in me si sono cristallizzati frammenti di emozioni, come dici tu Sabrina.
    Forse per la scelta del primo brano ( Debussy, che amo) ?
    Forse per le tue spiegazioni, che hanno certamente aiutato il mio ascolto?
    Forse perché tutti e quattro hanno eseguito i loro brani in maniera impeccabile?
    O forse per il constatare che ci sono ancora giovani che coltivano il proprio talento, che studiano, che ascoltano, che si appassionano, che prendono un treno all’alba per essere a Roma a fare lezione con la propria insegnante e poi suonare per noi?
    Forse tutto questo insieme, io non lo so .
    So solo che ascoltare questi giovanissimi ed eccellenti pianisti, sentirli suonare così, ha allargato il mio sguardo a quello che può ancora essere il domani (più il loro e dei miei figli , che il mio).
    Ed è stato davvero bello.
    È stata sicuramente un’occasione di crescita per questi giovani pianisti,ma lo è stata anche per noi che ascoltavamo.
    Ieri ancora una volta ho provato la potenza della musica.
    Grazie!

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