DREAM FOR TWO
Sogno di una notte di mezza estate
La musica di Mendelssohn e la commedia di Shakespeare si intrecciano all’epistolario tra Felix e sua sorella Fanny creando, così, una “trama nella trama”: in un continuum, tra storia e finzione, alcuni dei personaggi shakespeariani (Ermia, Elena, Puck, la fata, Titania) cedono il passo ai due fratelli Mendelssohn che, per via delle loro lettere, ci restituiscono un mondo di affetto e intensità senza confini.
FELIX MENDELSSOHN – BARTHOLDY (1809 – 1847)
Sogno di una notte di mezza estate (trascrizione dell’Autore per pf a quattro mani), Op.61
Ouverture, op.21
Scherzo
Danza degli Elfi
Lied mit choir
Intermezzo
Notturno
Marcia nuziale
Allegro – Marcia funebre
Danza dei clown
Finale
PIANOFORTE: DuoKeira piano duo, Michela Chiara Borghese & Sabrina De Carlo
ATTRICE: Caterina Le Caselle
NOTE AL PROGRAMMA
Sogno di una notte di mezza estate
di William Shakespeare
La vicenda si svolge in un’Atene immaginaria, durante i preparativi dei festeggiamenti per le nozze del duca Teseo con Ippolita, regina delle Amazzoni. Ermia, fanciulla nobile, per sottrarsi alle nozze con Demetrio, pretendente impostole dal padre, fugge nella foresta per raggiungervi l’amato Lisandro.
Ma Elena, innamorata di Demetrio, lo informa del piano: egli si reca dunque nella foresta, seguito da Elena stessa. Qui intanto Oberon, re delle fate, dopo un litigio con la sposa Titania, incarica il folletto Puck di procurargli un fiore il cui succo, versato sugli occhi di Titania dormiente, la farà innamorare della prima persona che ella vedrà al risveglio. Accortosi però che Elena e Demetrio hanno litigato, Oberon impone a Puck di versare il filtro sugli occhi di quest’ultimo affinché si innamori di Elena. Ma Puck versa per errore il filtro sugli occhi di Lisandro, che, scorgendo Elena, se ne innamora e abbandona Ermia. Anche Demetrio, sotto l’influsso del filtro, dichiara il suo amore per Elena. I due uomini, ormai rivali, si inseguono per uccidersi, mentre le due donne litigano tra loro. Nel bosco si è nel frattempo recata anche una compagnia di rozzi artigiani capeggiata dal tessitore Bottom, per allestire una commedia da presentare a corte. Puck, maliziosamente, impone a Bottom una testa d’asino, e spreme il suo filtro sugli occhi della regina delle fate, Titania, che scorgendo al risveglio il mostruoso Bottom, se ne innamora. Giunta così al suo apogeo la fantasiosa confusione, Oberon scioglie tutti gli incanti, riconciliandosi con Titania. I giovani amanti, tornati ad Atene, potranno unirsi in matrimonio secondo i loro desideri, mentre gli artigiani rappresentano dinanzi a Teseo e ad Ippolita la tragedia di Piramo e Tisbe, trasformata dalla loro imperizia in una irresistibile farsa.
Felix Mendelssohn Bartholdy e il suo “Sogno”
Secondo la tradizione, l’enfant-prodige per eccellenza è Mozart, Wolfgang Amadeus Mozart. In realtà già a soli 17 anni Felix Mendelssohn Bartholdy aveva composto l’Ouverture del “Sogno di una notte di mezza estate”, destinata a diventare uno dei capolavori della musica classica. L’ispirazione gli era venuta leggendo l’omonima commedia di Shakespeare, nel giardino della sua tenuta, con l’inseparabile sorella Fanny, di quattro anni più grande. Entrambi conoscevano il latino e il greco, grazie a un’educazione vivace e completa, attenta ad ogni forma di arte. Ma erano anche, nonostante la giovane età, degli eccellenti pianisti e dei compositori sopraffini, cresciuti alla scuola dei migliori didatti dell’epoca, tra Francia e Inghilterra.
L’Ouverture fu scritta nell’agosto del 1826 e fu eseguita due mesi più tardi al pianoforte a 4 mani dai fratelli da Fanny e Felix Mendelssohn nel teatro della casa di Leipzigerstrasse, a Berlino, davanti ai loro familiari, al pianista Moscheles e a varie personalità di spicco. La versione orchestrale fu eseguita nel febbraio del 1827 a Stettino. Nella descrizione che ne fa della sua overture per l’editore, Mendelssohn scrive:
“Credo che sarà sufficiente ricordare come i governanti degli elfi, Oberon e Titania, appaiono costantemente durante tutta la composizione con tutto il loro seguito, ora qui e ora là; poi viene il principe Teseo di Atene e si unisce a una battuta di caccia nel bosco … poi le due coppie di amanti, che si perdono e si ritrovano; infine, la compagnia di grossolani commercianti, che si esercitano nei loro passatempi maldestri; poi di nuovo gli elfi, che attraggono tutti – e in questo il pezzo è costruito. Quando, alla fine tutto è felicemente risolto … gli elfi ritorno a benedire la casa, e scompaiono come arriva mattina. Così finisce l’opera, e anche la mia ouverture”.
Ma fu solo diciassette anni più tardi, nel 1842, che il re di Prussia, Guglielmo IV, gli commissionò le musiche di scena complete per la commedia.
Musicista ormai maturo, Mendelssohn decise di utilizzare la musica composta in gioventù (op. 21), come preludio della musica da scena (op. 61). I movimenti successivi seguirono in maniera perfetta, nascendo direttamente dal materiale dell’Ouverture: Felix riscoprì, in quella musica ‘antica’, la stessa forza ispiratrice, intatta dopo tanti anni.
Nel suo “Sogno di una notte di mezza estate”, egli decise di includere entr’acte, danze, canzoni e alcuni brevi melodrammi, nei quali la musica strumentale accompagna le parti recitate. Il lavoro completo è del tutto organico e chi non ne conoscesse la genesi complessa non potrebbe mai immaginare che non è il frutto di un unico atto creativo.
BIOGRAFIE
DuoKeira piano duo
Michela Chiara Borghese & Sabrina De Carlo
Il DuoKeira è nato nel 2008 per volontà delle due pianiste Michela Chiara Borghese e Sabrina De Carlo, diverse per formazione e temperamento, ma entrambe appassionate cameriste. Tra le molte influenze che hanno contribuito alla formazione di Michela Chiara spiccano Z.Rychlewska, (Wroglav, Polonia), K.Bogino (Accademia Internazionale di Portogruaro, e R.Filippini (Accademia Nazionale di Santa Cecilia, Roma; Sabrina De Carlo si è formata dapprima alla scuola napoletana studiando con Michele Campanella (Accademia Chigiana Siena), per poi perfezionarsi negli USA, alla Longy School of Music di Cambridge e alla Brandeis University di Waltham, con la pianista Lois Shapiro.
Già nella scelta del nome che deriva dal greco kheir che significa ‘mano’ ma, soprattutto, per assonanza al nome di Chirone, figura mitica di centauro esperto di arti e scienze, metà uomo metà animale, che fonde in sé gli attributi della ragione e gli aspetti intuitivi della natura, è dichiarato l’intento artistico del duo: il dialogo tra mondi differenti e soprattutto tra musicista e pubblico. E, dunque, accanto alle performance in sale quali la Cappella Paolina del Quirinale, il Teatro Eliseo di Roma, il Palazzo Cerio di Capri, l’Auditorium dell’Accademia Nazionale di Danza, il Centre Culturel Voltaire di Rouen in Francia (Festival Europeo), l’Espace St. Saveur (Parigi), il Ridotto del Teatro Comunale de L’Aquila, i Musei Vaticani, Steinway Hall di Boston, Carnegie Hall di New York amano esibirsi anche in salotti privati o in luoghi dove poter vivere un’esperienza più informale e rilassata della musica classica.
Decise a indirizzare la tradizione della musica classica verso nuove espressioni, il DuoKeira re-immagina il repertorio costruendo programmi innovativi: alle composizioni classiche specifiche per duo, affiancano trascrizioni di brani orchestrali e pezzi poco eseguiti (spesso opera di compositori ancora viventi), e interagiscono con professionisti impegnati in altre forme d’arte. Tra le loro realizzazioni, “Vulnerabili all’amore”, “Vision”, “Il giardino incantato” costituiscono degli esempi di come la recitazione, il video, la danza e le illustrazioni possano rappresentare i tasselli di un mosaico variegato e complesso, reso coerente proprio dalla funzione sinestetica della musica.
Recentemente (febbraio-marzo 2015) il Duo ha organizzato il festival “VTRP²” interamente dedicato al repertorio per duo pianistico che ha visto salire Michela Chiara e Sabrina sul palco del teatro di Villa Torlonia insieme ad artisti dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia e del teatro dell’Opera di Roma. In apertura del Festival il DuoKeira ha eseguito la Fantasia per due pianoforti di Samuel Barber in prima mondiale con il patrocinio dell’International Center for American Music e della Capricorn Society.
Nel giugno 2015 il DuoKeira ha aperto la “Settimana della cultura italiana” a Maputo (Mozambico) con un concerto dal titolo “Obsession. L’estasi della danza”. Vincitore Most Distinguished della 19° edizione dell’IBLA Grand Prize World Music Competition è stato insignito di due menzioni speciali per le esecuzioni di S. Barber e di D.Milhaud.
Nel 2009 il DuoKeira ha inciso il suo primo cd dal titolo Giochi di piano a quattro mani, che è stato trasmesso, tra l’altro, da RadioTre e Radio Vaticana ed sta registrando il secondo. Da ottobre 2014, il DuoKeira fa parte dei “Donatori di Musica”.
Caterina Le Caselle, attrice
Giovane attrice romana, Caterina Le Caselle si è dedicata alla formazione teatrale, grazie alla quale ha recitato nel ruolo di Giulietta in “Romeo e Giulietta” (diretta da Luciano Bottaro), e – tra gli altri – ne “Il ritorno di Effe” liberamente ispirato a “La seconda vita di Francesco d’Assisi” di Saramago, regia di Paolo Alessandri.
Dopo aver girato alcuni spot pubblicitari (tra cui Vodafone), viene scelta da Saverio Costanzo nel 2014 per la seconda stagione di In Treatment con il ruolo di Francesca (figlia di Giovanni Mari). Nel 2015 è nel nuovo film di Giuseppe Piccioni “Questi giorni” come coprotagonista nel ruolo di Anna, film ora in concorso al Festival di Venezia 2016.
IL GIARDINO INCANTATO
spettacolo di musica, racconti e immagini
da un’idea del DuoKeira
(Michela Chiara Borghese e Sabrina De Carlo)
Testi liberamente tratti da Ma Mère l’Oye di Charles Perrault
(La bella addormentata e Pollicino)
Madame d’Aulnoy (Laideronnette),
Jeanne-Marie Leprince de Beaumont (La bella e la bestia)
Musiche di :
M. Ravel, J. Brahms, G. Bizet, A.Casella, I. Stravinsky, O. Respighi, J.S.Bach
Pianoforte: DuoKeira piano duo
Attrice: Caterina Le Caselle
Video: Valerio Carosi
Illustrazioni: Alessandra Le Caselle
Grafica: Beatrice Bresciani
Luci: Stefano Di Nallo
Testo: Gino Aldi
Disegni: I bambini degli asili di Zetesis, La Ghianda e Mary Poppins
Il DuoKeira ha creato uno spettacolo che grazie all’ incanto della musica conduce il pubblico dei bambini attraverso una serie di favole classiche articolate in un solo grande racconto. Il sonno della Bella Addormentata, i suoi sogni di mondi inesplorati e di personaggi particolari, e, finalmente, il suo risveglio, sono le tappe principali dell’ intreccio che il DuoKeira ha realizzato: fiabe appartenenti alla tradizione di C. Perrault, di Madame d’Aulnoy e di J. M. Leprince de Beaumont (La bella addormentata nel bosco, Pollicino, Il serpentino verde, La bella e la Bestia, Il giardino incantato), a cui si è ispirato M. Ravel con il suo Ma mère l’oye, vengono intrecciate come parti di una sola grande fiaba.
In una mescolanza tra diverse forme d’arte, gli elementi delle varie favole sono interpretati dalla voce di un attore, dalle immagini di un video maker che utilizza le illustrazioni originali di un’artista grafica e i disegni dei bambini di una scuola dell’infanzia, dalle esecuzioni dal vivo di brani classici del DuoKeira.
L’elemento artisticamente unificante che ha creato l’occasione per questo spettacolo è la Suite musicale di Ravel Ma mère l’oye. Il pezzo di Ravel si adegua con tenera partecipazione alla sensibilità dei bambini, schiudendo un mondo di sogni delicati attraverso avventure misteriose, magie stupefacenti, iridescenti sortilegi: la Bella addormentata dorme al placido ritmo d’una pavana su accordi dolci e favolosi; Pollicino è colto nel momento in cui, smarrite le briciole che aveva seminato, ode il cinguettio soddisfatto degli uccellini che se ne sono nutriti; mentre Laideronnette, imperatrice d’un’esotica terra di sogno, si spoglia per il bagno, si ode un esile e prodigioso tintinnare di mille piccoli strumenti irreali; una Bella incantevole, dalla voce suadente, e una Bestia dalla voce cavernosa, ma capace di commuovere, intessono, al ritmo d’un valzer lento, un dialogo sconcertante e, al fondo, sensuale, capace di spezzare l’incantesimo e trasformare la Bestia in Principe; Ravel ci trasporta, infine, in un giardino fatato, ricco di semplici ma indicibili bellezze, animato da una breve e brillante fanfara.
Secondo Roland-Manuel “… il Ravel di Mamma Oca svela il segreto della sua natura profonda, e ci mostra l’anima di un bambino che non ha mai abbandonato il regno delle Fate, che non fa distinzione tra natura e artificio, e che sembra credere che tutto quello che può essere immaginato e realizzato sul piano materiale viene fornito da ciò che è controllato e regolato dal piano mentale e spirituale”.
PROGRAMMA
Le musiche eseguite, oltre ai Ma Mere L’Oye di M. Ravel sono
Per “La bella addormentata”:
J. Brahms – Variazioni su un tema di Schumann op.23 (Tema, Var. II, Var. IX, Var. IV)
Per “Pollicino”:
G. Bizet – Jeux d’enfants (Petit Mari, Petite Femme!; La Toupie; Les Chevaux de Bois; La Poupée)
Per “Laiderronette, la principessa delle pagode”:
A. Casella – Pupazzetti (Serenata e Notturnino) e I.Stravinsky – Vals
Per “La Bella e la Bestia”:
O. Respighi – Antiche danze per liuto (Villanella e Laura Soave) e J.Bach/Kurtag – Gottes Zeit ist die allerbeste Zeit BWV106
E sparsi nel racconto: M.Ravel – Ma Mere l’Oye
- Pavane de la belle au bois dormant
- Petit poucet
- Laideronnette, impératrice des pagodes
- Les entretiens de la belle et de la bête
- Le jardin féerique
ALTRE NOTE
Ogni bambino ha avuto il suo incontro con la favola. Sia stata la voce suadente della madre o quella più cattedratica dell’insegnante a far conoscere questo magico mondo, popolato di maghi, streghe, re e regine, folletti, amuleti e magie, inganni e sotterfugi, disavventure e risorse, oppure l’incontro fortuito con un libro o il racconto di un amico o di un film accattivante, la favola è sempre riuscita a trovare un suo spazio nell’ avventura di crescita di un bambino e diventarne un tesoro di esperienza, di ricordi teneri da frequentare nei momenti più grigi dell’età adulta.
Attraverso essa ha potuto conoscere muovere i primi passi nelle vicende del mondo e dell’animo umano, quel carico di tumulti interiori che rendono meravigliosa la vicenda umana: l’intrigo, il sortilegio, l’amicizia, il valore, il dolore e tante altre piccole e grandi dinamiche che rendono la favola un tesoro inesauribile di opportunità pedagogiche.
Resta il fatto che il bambino per secoli è stato un grande auditore di favole, spesso un protagonista di alcune di esse per via della particolare inclinazione di qualche adulto a renderlo tale, più raramente se non quasi mai un narratore di favole. Del resto cosa quale favola può raccontare un bambino di tre o quattro anni, ancora poco avvezzo a padroneggiare gli strumenti primari della narrazione. Noi però ci abbiamo creduto e abbiamo fin dall’ inizio pensato alla favola come un’opportunità di porre il bambino al centro della vicenda narrativa, come strumento per far si che egli potesse identificarsi con parti del racconto e raccontare sé stesso. Ecco allora che la favola di Pollicino diventa occasione per frequentare, conoscere e raccontare i propri vissuti interiori. La foresta notturna in cui ci si perde diventa la stanzetta delle proprie ore serali, quando prima di arrendersi al sonno affiorano tante angosce e si fa i conti con il proprio essere piccoli e smarriti. L’orco assume le sembianze di un padre troppo severo o violento che urla e mostra i denti piuttosto che incedere alla tenerezza rassicurante. L’arguzia di Pollicino è un’opportunità per combattere la paura e sconfiggerla ed ogni bambino inventa i propri sortilegi o costruisce i propri amuleti che magicamente renderanno l’affanno e il timore più sopportabili.
Ogni bambino trova in questo modo nella favola occasione per parlare di sé, per costruire la propria personale storia e per raccontare la propria interiorità.
Ogni bambino scopre nella favola una opportunità per proporsi e proporre, per esprimere il modo in cui viene vissuto in profondità il tema saliente che si sta focalizzando: la perdita, la solitudine, la paura, il dolore, il riscatto, l’ingegno. Ci son di aiuto i colori e i fogli che accolgono questo mondo interno che necessitano di un proprio spazio espressivo e che per questa ragione si riempiono di nero e di scuro nei momenti difficili del racconto e di verde e giallo nei momenti del riscatto e della fuga. Sono i disegni che daranno vita allo spettacolo del DuoKeira. Saranno parte integrante della scenografia ma ancor più della carica espressiva delle pianiste, che li hanno a lungo analizzati prima di dar vita allo spettacolo musicale.
E così il mondo magico dei nostri bambini ha trovato spazio non solo nelle proiezioni sapientemente architettate del regista dello spettacolo ma anche nella fluttuazioni di suoni che le mani del pianista hanno saputo regalare al pubblico. Per ricordare ai tanti spettatori accorsi allo spettacolo “Il Giardino Incantato” che in ogni bambino c’è un mondo interiore che cerca strumenti per raccontarsi e soprattutto adulti desiderosi di ascoltare. Che la parola è solo una delle possibilità. Non l’unica. Che la musica, i colori, la danza, il movimento sono possibilità ulteriori, cui prestare orecchio e cuore.
BIOGRAFIE
DuoKeira piano duo
Michela Chiara Borghese & Sabrina De Carlo
Il DuoKeira è nato nel 2008 per volontà delle due pianiste Michela Chiara Borghese e Sabrina De Carlo, diverse per formazione e temperamento, ma entrambe appassionate cameriste. Tra le molte influenze che hanno contribuito alla formazione di Michela Chiara spiccano Z.Rychlewska, (Wroglav, Polonia), K.Bogino (Accademia Internazionale di Portogruaro, e R.Filippini (Accademia Nazionale di Santa Cecilia, Roma; Sabrina De Carlo si è formata dapprima alla scuola napoletana studiando con Michele Campanella (Accademia Chigiana Siena), per poi perfezionarsi negli USA, alla Longy School of Music di Cambridge e alla Brandeis University di Waltham, con la pianista Lois Shapiro.
Già nella scelta del nome che deriva dal greco kheir che significa ‘mano’ ma, soprattutto, per assonanza al nome di Chirone, figura mitica di centauro esperto di arti e scienze, metà uomo metà animale, che fonde in sé gli attributi della ragione e gli aspetti intuitivi della natura, è dichiarato l’intento artistico del duo: il dialogo tra mondi differenti e soprattutto tra musicista e pubblico. E, dunque, accanto alle performance in sale quali la Cappella Paolina del Quirinale, il Teatro Eliseo di Roma, il Palazzo Cerio di Capri, l’Auditorium dell’Accademia Nazionale di Danza, il Centre Culturel Voltaire di Rouen in Francia (Festival Europeo), l’Espace St. Saveur (Parigi), il Ridotto del Teatro Comunale de L’Aquila, i Musei Vaticani, Steinway Hall di Boston, Carnegie Hall di New York amano esibirsi anche in salotti privati o in luoghi dove poter vivere un’esperienza più informale e rilassata della musica classica.
Decise a indirizzare la tradizione della musica classica verso nuove espressioni, il DuoKeira re-immagina il repertorio costruendo programmi innovativi: alle composizioni classiche specifiche per duo, affiancano trascrizioni di brani orchestrali e pezzi poco eseguiti (spesso opera di compositori ancora viventi), e interagiscono con professionisti impegnati in altre forme d’arte. Tra le loro realizzazioni, “Vulnerabili all’amore”, “Vision”, “Il giardino incantato” costituiscono degli esempi di come la recitazione, il video, la danza e le illustrazioni possano rappresentare i tasselli di un mosaico variegato e complesso, reso coerente proprio dalla funzione sinestetica della musica.
Recentemente (febbraio-marzo 2015) il Duo ha organizzato il festival “VTRP²” interamente dedicato al repertorio per duo pianistico che ha visto salire Michela Chiara e Sabrina sul palco del teatro di Villa Torlonia insieme ad artisti dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia e del teatro dell’Opera di Roma. In apertura del Festival il DuoKeira ha eseguito la Fantasia per due pianoforti di Samuel Barber in prima mondiale con il patrocinio dell’International Center for American Music e della Capricorn Society.
Nel giugno 2015 il DuoKeira ha aperto la “Settimana della cultura italiana” a Maputo (Mozambico) con un concerto dal titolo “Obsession. L’estasi della danza”. Vincitore Most Distinguished della 19° edizione dell’IBLA Grand Prize World Music Competition è stato insignito di due menzioni speciali per le esecuzioni di S. Barber e di D.Milhaud.
Nel 2009 il DuoKeira ha inciso il suo primo cd dal titolo Giochi di piano a quattro mani, che è stato trasmesso, tra l’altro, da RadioTre e Radio Vaticana ed sta registrando il secondo. Da ottobre 2014, il DuoKeira fa parte dei “Donatori di Musica”.
Caterina Le Caselle, attrice
Giovane attrice romana, Caterina Le Caselle si è dedicata alla formazione teatrale, grazie alla quale ha recitato nel ruolo di Giulietta in “Romeo e Giulietta” (diretta da Luciano Bottaro), e – tra gli altri – ne “Il ritorno di Effe” liberamente ispirato a “La seconda vita di Francesco d’Assisi” di Saramago, regia di Paolo Alessandri.
Dopo aver girato alcuni spot pubblicitari (tra cui Vodafone), viene scelta da Saverio Costanzo nel 2014 per la seconda stagione di In Treatment con il ruolo di Francesca (figlia di Giovanni Mari). Nel 2015 è nel nuovo film di Giuseppe Piccioni “Questi giorni” come coprotagonista nel ruolo di Anna, film ora in concorso al Festival di Venezia 2016.
Valerio Carosi, fotografo e videomaker
Spinto da una grande passione, muove i suoi primi passi nella fotografia fin da piccolissimo. Da ormai 15 anni, ha fatto di quella passione una professione. I suoi esordi portano il nome di una delle maggiori agenzie di stampa italiana, l’ANSA. Ѐ lì, infatti, che comincia il suo percorso di fotoreporter: due anni di grande formazione, unita a varie soddisfazioni professionali. Molte sono, infatti, le “prime pagine” sui maggiori quotidiani nazionali (Repubblica e Corriere della Sera). Chiuso il capitolo ANSA, nel 2004 affianca alcuni tra i maggiori fotografi del palcoscenico romano (G. Fuà, O. Argenti). Collaborazioni di prestigio internazionale si susseguono nel corso di due anni molto intensi: l’attore genovese P. Villaggio, l’AD dell’allora Ferrovie dello Stato M. Moretti, il presidente del “Capri Palace Hotel” di Anacapri T. Cacace. Contemporaneamente alla fotografia, comincia ad esprimersi anche attraverso la regia. Due i cortometraggi da lui già diretti (“Colorblind”, “Rendezvous”) e tante le clip prodotte per vari clienti in giro per l’Italia. Videomaker ormai affermato, concilia fotografia e regia come fossero un’unica cosa.
Alessandra Le Caselle, illustratrice
Artista romana, nata nel 1990. Figlia d’arte. Fin dall’infanzia è accolta dalla musica: il padre musicista, e tecnico del flauto; la madre studia musica e la sorella minore studia violino, proseguendopoi con il teatro. Musicista e illustratrice, porta avanti un solo obiettivo: esprimere attraverso l’unico strumento necessario, l’arte. Nel 2009 consegue il diploma al liceo artistico “Giorgio De Chirico” di Roma, indirizzo “Catalogazione beni culturali”, la licenza di solfeggio e il Compimento inferiore di pianoforte con il M° Sabrina De Carlo, presso il Conservatorio S. Cecilia di Roma. Prosegue gli studi all’Accademia di Arti Figurative, Scuola Internazionale Comics di Roma, frequentando il corso triennale di illustrazione, dove si diploma nel 2012. Nel 2011, collabora al progetto “Il Giardino Incantato” realizzato dal DuoKeira piano duo, in collaborazione con la cooperativa Zetesis, per cui elabora 5 illustrazioni completamente ispirate alla musica di Ravel –Ma Mère l’Oye. Nel 2012, lavora come illustratrice per le aziende Natuna, BEC’S s.r.l e Grey. Nel 2012, lavora alla realizzazione del calendario della Polizia Di Stato 2013 con 4 delle sue illustrazioni. Nel 2013 realizza storyboard per pubblicità, giochi da tavola e, nello stesso anno, diventa assistente-insegnate al corso di illustrazione presso l’Accademia di Arti Figurative Scuola Internazionale Comics.
Gino Aldi, scrittore
Gino Aldi si laurea in medicina nel 1990. Si specializza in psicoterapia ed esercita la professione di psicoterapeuta fin dal 1991. Dal 1995 inizia a occuparsi di disagio sociale e nel 1998 fonda la cooperativa sociale Zetesis che opera nel campo della prevenzione e della cura del disagio psichico e giovanile. Dal 2000 opera in ambito scolastico come formatore di docenti sui temi della relazione educativa e dell’apprendimento. Ha promosso gruppi per la genitorialità efficace in ambito sia pubblico che privato. Nel 2006 dà vita al Modello dello sviluppo integrato , un esperienza didattica che pone al centro del proprio operato un modello di crescita che valorizzi non solo l’intelligenza razionale ma la crescita di tutto il potenziale dell’essere umano con particolare valore dedicato alla creatività, alle arti, alle emozioni e una sana socialità.
La somma di queste esperienze dà vita ai volumi “Riscoprire l’autorità”, libro nel quale viene recuperato il valore educativo della relazione autorevole, “I fondamenti della relazione”, nel quale si esplicita il valore dei diversi linguaggi espressivi che concorrono alle crescita di relazioni sane, “Educare con le favole”, in cui si spiega un modello di intervento educativo che utilizza la favola come possibilità espressiva del mondo emozionale del bambino. Il “giardino incantato” nasce proprio nell’ambito di una sperimentazione dell’uso della favola come mezzo attraverso il quale il bambino può conoscere il mondo e raccontare il proprio mondo. Attraverso l’uso integrato e ragionato della parola, dell’immagine, della musica il bambino è accompagnato in un mondo simbolico in cui può vivere emozioni intense e affrontare temi di vita interiore quali la paura, il coraggio, il desiderio di affermazione, l’angoscia della perdita e tanti altri aspetti dell’esistenza.
Attualmente Gino Aldi è impegnato nello sviluppo di un progetto di scuola primaria nella quale i presupposti del Modello dello sviluppo Integrato verranno utilizzati per promuovere una scuola a misura di bambino che sappia motivare, interessare e promuovere la persona umana nella sua dimensione di senso. Con la cooperativa Zetesis continua i suoi studi su un modello di educazione centrato sulla relazione educativa efficace e il lavoro di formazione rivolto a docenti di ogni ordine e grado. Sempre con Zetesis ha svolto per diversi anni un lavoro di accoglienza e sostegno psicologico per malati oncologici e loro familiari finanziato attraverso le iniziative promosse da “Per amore e per sempre”, di cui il DuoKeira sono stati un asse portante e determinante. Sta sviluppando un progetto di accoglienza per adolescenti e giovani affetti da disagio psichico e di formazione permanente per psicoterapeuti.
DANZA CON 20 DITA!
4 composizioni di 4 autori diversi, di paesi differenti e culture differenti, eppure tutte e quattro legate alla danza.
Danza con 20 dita!, è un viaggio sensoriale nella musica che ha la capacità di trasportarci in un’infinità di realtà. E’ uno spettacolo che alterna alla danza immaginata e “coreografata” da due pianiste quella realmente danzata dai danzatori.
PROGRAMMA
C. DEBUSSY (1862 – 1918)
Petite Suite
En bateau
Cortège
Menuet
Ballet
A. DVORAK (1841 – 1904)
Slavonic Dances op. 72, n. 1-2; op. 46, n.7
A. BORODIN (1833 – 1887)
Danze polovesiane (trascr. per pf a 4 mani di N. Sokolov)
Andantino
Allegro vivo
Allegro
Presto
E. SATIE (1866 – 1925)
Trois Morceaux en Forme de Poire
Manière de commencement
Prolongement du même
Morceau 1 – Lentement
Morceau 2 – Enlevé
Morceau 3 – Brutal
En plus (Calme)
Redite (Dans le lent)
BIOGRAFIE
DuoKeira piano duo
Michela Chiara Borghese & Sabrina De Carlo
Il DuoKeira è nato nel 2008 per volontà delle due pianiste Michela Chiara Borghese e Sabrina De Carlo, diverse per formazione e temperamento, ma entrambe appassionate cameriste. Tra le molte influenze che hanno contribuito alla formazione di Michela Chiara spiccano Z.Rychlewska, (Wroglav, Polonia), K.Bogino (Accademia Internazionale di Portogruaro, e R.Filippini (Accademia Nazionale di Santa Cecilia, Roma; Sabrina De Carlo si è formata dapprima alla scuola napoletana studiando con Michele Campanella (Accademia Chigiana Siena), per poi perfezionarsi negli USA, alla Longy School of Music di Cambridge e alla Brandeis University di Waltham, con la pianista Lois Shapiro.
Già nella scelta del nome che deriva dal greco kheir che significa ‘mano’ ma, soprattutto, per assonanza al nome di Chirone, figura mitica di centauro esperto di arti e scienze, metà uomo metà animale, che fonde in sé gli attributi della ragione e gli aspetti intuitivi della natura, è dichiarato l’intento artistico del duo: il dialogo tra mondi differenti e soprattutto tra musicista e pubblico. E, dunque, accanto alle performance in sale quali la Cappella Paolina del Quirinale, il Teatro Eliseo di Roma, il Palazzo Cerio di Capri, l’Auditorium dell’Accademia Nazionale di Danza, il Centre Culturel Voltaire di Rouen in Francia (Festival Europeo), l’Espace St. Saveur (Parigi), il Ridotto del Teatro Comunale de L’Aquila, i Musei Vaticani, Steinway Hall di Boston, Carnegie Hall di New York amano esibirsi anche in salotti privati o in luoghi dove poter vivere un’esperienza più informale e rilassata della musica classica.
Decise a indirizzare la tradizione della musica classica verso nuove espressioni, il DuoKeira re-immagina il repertorio costruendo programmi innovativi: alle composizioni classiche specifiche per duo, affiancano trascrizioni di brani orchestrali e pezzi poco eseguiti (spesso opera di compositori ancora viventi), e interagiscono con professionisti impegnati in altre forme d’arte. Tra le loro realizzazioni, “Vulnerabili all’amore”, “Vision”, “Il giardino incantato” costituiscono degli esempi di come la recitazione, il video, la danza e le illustrazioni possano rappresentare i tasselli di un mosaico variegato e complesso, reso coerente proprio dalla funzione sinestetica della musica.
Recentemente (febbraio-marzo 2015) il Duo ha organizzato il festival “VTRP²” interamente dedicato al repertorio per duo pianistico che ha visto salire Michela Chiara e Sabrina sul palco del teatro di Villa Torlonia insieme ad artisti dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia e del teatro dell’Opera di Roma. In apertura del Festival il DuoKeira ha eseguito la Fantasia per due pianoforti di Samuel Barber in prima mondiale con il patrocinio dell’International Center for American Music e della Capricorn Society.
Nel giugno 2015 il DuoKeira ha aperto la “Settimana della cultura italiana” a Maputo (Mozambico) con un concerto dal titolo “Obsession. L’estasi della danza”. Vincitore Most Distinguished della 19° edizione dell’IBLA Grand Prize World Music Competition è stato insignito di due menzioni speciali per le esecuzioni di S. Barber e di D.Milhaud.
Nel 2009 il DuoKeira ha inciso il suo primo cd dal titolo Giochi di piano a quattro mani, che è stato trasmesso, tra l’altro, da RadioTre e Radio Vaticana ed sta registrando il secondo. Da ottobre 2014, il DuoKeira fa parte dei “Donatori di Musica”.
Karen Fantasi e Valeria Decarli
Entrambe figlie di una lunga formazione classica, approdano alla danza contemporanea e la abbracciano in tutte le sue forme e sfumature. Danzano per compagnie italiane e internazionali e attualmente lavorano alla personale ricerca coreografica, proponendo un loro stile e un linguaggio fresco e innovativo. “I nostri sono percorsi diversi, e se vogliamo molto lontani. Ma le necessità non mentono e il bisogno di espressione spazia al di là delle lontananze. Nell’era in cui piacersi e condividersi non costa nessuna fatica, noi cerchiamo di dedicarci senza riserva: i ballerini che lo fanno un po’ per professione, un po’ per vera vocazione, hanno passo di ossessione; e sanno bene che l’azzardo è lieve come il leopardo, e sanno che tutte le figure hanno mille sfumature”.
NOTE DI SALA
La musica è movimento: va su e giù, si espande e si contrae, avanza e indietreggia, girovaga, impenna, precipita; muove le persone, suscita in loro emozioni e apre i loro corpi al movimento; viaggia nel tempo e nello spazio, attraverso traiettorie fisiche e ambienti immaginari. La musica si trasforma, ed in questo processo di trasformazione trasforma chi l’ascolta. La liquidità della musica di Debussy, la trasformazione tematica in Borodin e Dvorak, i paradossi di Satie sono esempi di tale movimento vitale.
Claude Debussy è considerato uno dei più grandi innovatori della storia della musica; le sue opere della maturità sono molto indipendenti da norme tradizionali per la forma, l’armonia e la timbrica. Il suo nome è diventato sinonimo di Impressionismo – nonostante il fatto che a Debussy non piacesse il termine. La Petite Suite è una delle prime opere di Debussy e vi è quindi poco del suo stile maturo, ma è un lavoro di grande fascino, che mostra la sua capacità di creare motivi leggeri e raffinati, ispirati allo stile di Couperin, Rameau, e dei compositori barocchi francesi e alle loro forme compositive, come la suite di danze. La Petite Suite comprende movimenti di danza brevi che riflettono la forma concisa e la melodia chiara dei loro modelli. Ciascuno dei quattro movimenti reca un titolo che riflette un suo carattere generale. En Bateau (in una barca) è una ninna nanna-barcarola che utilizza scale di toni interi nella sua parte centrale. Cortège non visualizza nessuna solennità funerea, di solito associata a pezzi con quel nome, ma piuttosto richiama alla mente una piacevole passeggiata lungo la riva di un ruscello screziata dal sole.Visto che Debussy aveva associato i quadri di Watteau alla musica di Rameau, questo Cortège potrebbe essere stata l’occasione per evocare l’elegante sensualità di tale tela come l’Imbarco per Citera. Segue poi il Menuet che è una rievocazione nostalgica della più durevole di tutte le danze barocche. Il Balletto vivace, che chiude la Petite Suite, non è musica da coreografare, ma ricorda il Balletto italiano del XVI secolo: pezzi vocali di danza usati per l’intrattenimento domestico.
Antonin Dvořák prese ispirazione dalle Danze ungheresi di Brahms per le sue Danze Slave che furono concepite inizialmente per pianoforte a quattro mani, e trascritte successivamente per orchestra a seguito del grande successo di pubblico ottenuto. Grande interprete della musica nazionalistica ceca della seconda metà dell’Ottocento, Dvořák scrisse le sue danze slave per esaltare lo spirito contadino, primigenio e selvaggio del popolo boemo. La prima danza op. 72 in si maggiore è un Odzemek, danza maschile popolare slovacca in cui l’improvvisazione fa da padrona, dove echeggia gioia pura e corale di falci che mietono grano, di nonni e nipoti che si rincorrono all’aria aperta. Ai ritmi giocosi e chiassosi della prima danza fa da contraltare il tono elegiaco e meditativo della dumka (la seconda danza in programma) ungherese, quasi un racconto malinconico di un’infanzia dolorosa e sofferta. La Skočná dell’op.46, opera precedentemente composta e che gli fece raggiungere un grande successo tale da richiedere la commissione dell’op.76, è una tipica danza slava con momenti di apparente rilassamento.
Tratte dall’opera Il Principe Igor di Borodin, che affonda le radici nell’epopea slava del XII secolo, le Danze Polovesiane hanno vissuto autonomamente e, nel loro ritmo da canzonette popolari, canticchiate da donne sognanti amori impossibili e straordinariamente romantici, sono state variamente utilizzate dalle star della musica leggera a stelle e strisce. Indimenticabile Stranger in Paradise! “Take my hands, I’m a stranger in Paradise…” sì, proprio lei, proprio da lì: dalle Danze Polovesiane di Borodin, l’alchimista del “Gruppo dei cinque”. Ѐ mattina, e nel campo di Can Konchak, dove sono fatti prigionieri Igor e suo figlio Vladimir, intorno ad un falò, che si sta lentamente consumando, un coro di ragazze danzano un Andantino morbido e sinuoso in cerchio. Entrano quindi in scena guerrieri polovesi, guidati dal loro capo vittorioso, che improvvisano una danza tribale e battagliera, risuonante dell’impeto bellico dell’Allegro vivo, che cede il posto alla fugace danza dei ragazzi, e poi all’alternanza tra il ritmo lirico ed orientaleggiante della danza delle fanciulle e quello rustico della danza degli uomini.
“Trois morceaux en forme de poire: prima dei titoli di Satie ci sono state le invenzioni del Rossini parigino che non compone più opere, però frequenta l’operetta e la ama perché con il suo realismo paradossale riesce – dirà perfettamente Karl Kraus – “a sciogliere il campo della vita”. I disarmanti episodi rossiniani, aforismi musicali, no-sense consegnati, in piena epopea romantica, al futuro, a noi. Non c’è Satie senza Rossini: le sue “pere” nascono su alberi concimati dai Peccati di vecchiaia. I tre “pezzi” di Satie sono in realtà sette e nascono, a Parigi nel 1903, per pianoforte a quattro mani. “Non c’è forma nella sua musica”, disse Debussy. E la risposta furono queste pere. Ma quali in verità? Kaiser, Williams, Conference, Decana del Comizio, Abate Fetel, Passa Crassana, Max Red Bartlett? Una diversa qualità per ognuno dei sette numeri che compongono la suite zuccherina. Sette morsi basteranno? Mangiando “lentamente”, o in modo “brutale”? Facendo il verso al “formalista” Debussy, per poi irriderlo. Iconoclastia di un secolo fa, poi verrà Stravinskij – dopo il periodo fauve – a risistemare tutto: “Volete un quadro? Datemi prima la cornice”. Fanno presto a dire “pera”, i dilettanti. Una forma? Sette, infinito numero biblico, ed evocativo. Satie non inventa, riutilizza frammenti precedenti: musica come chimica, nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma. Squisitezze francesi, astrazioni, qui si imbandiscono tavole metafisiche e scandalose: Satie eviterà d’un pelo la prigione, dopo Parade, il balletto del 1917 composto per i Ballets Russes e al quale collaborano anche Cocteau e Picasso. L’irrisione spaventa: un pianoforte picchia, l’altro accarezza, si accelera e si stoppa, forte e piano, motoristi e sognatori. Debussy è servito. Suonare Satie al pianoforte significa re-inventarlo; lui diceva: “Le mie sono opere d’ameublement”; mobilio, tappezzeria musicale. Lo consideravano un dilettante, ne era felice: viveva in periferia, guardava il centro da lontano. L’interprete, quando suona la sua musica, deve essere creatore: e come è convincente il dialogo tra i due specchi messi uno di fronte all’altro che com-pongono i Morceaux: vuoto e pieno, semplicità e leggera architettura d’oriente” (Extrait dal booklet del CD Giochi di piano a quattro mani del DuoKeira piano duo, redatto da Sandro Cappelleto).